jueves, 26 de febrero de 2009

Se amplia a 180 días el plazo de internamiento en los centros para identificación y expulsión en Italia.

La Gazzetta Ufficiale publicó el pasado martes el Decreto-Ley número 11 de 23 de febrero de 2009, sobre “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonche' in tema di atti persecutori”, que entró en vigor ayer miércoles.

El artículo 5, ubicado en el epígrafe "Disposizioni in materia di violenza sessuale, esecuzione dell'espulsione e controllo del territorio" amplia el plazo durante el que una persona de nacionalidad extracomunitaria puede estar retenida en un centro de internamiento, o en la nueva terminología “centros para identificación y expulsión”, que pasa a ser de un máximo de 180 días.

La revisión normativa se inspira en la recienemente aprobada Directiva comunitaria sobre regulación del retorno de extranjeros en situación irregular en un Estado de la UE,y así se manifiesta de forma expresa en la nota de prensa del Consejo de Ministros del día 20 que aprobó el decreto-Ley, en la que se argumenta que "In coerenza con la direttiva europea, il trattenimento di stranieri irregolari può essere protratto fino ad un massimo di sei mesi"

WEl nuevo texto ha sido duramente criticado por la asociación de estudios jurídicos sobre la inmigración (ASGI), que considera que “Il Governo italiano si muove su una posizione ispirata ad una logica unicamente repressiva messa in campo per ragioni di propaganda ideologica”. Es importante destacar, además, que la norma se aplicará también a todos aquellas personas que ya estuvieran en un centro de internamiento antes de la entrada en vigor de la norma.

Reproduzo a continuación el polémico artículo y me remito, por lo que respecta a la cuestión abordada, a las reflexiones efectuadas en anteriores comentarios del blog.

“Art. 5.

Esecuzione dell'espulsione
1. Al comma 5 dell'articolo 14 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Trascorso tale termine, in caso di mancata cooperazione al rimpatrio del cittadino del Paese terzo interessato o di ritardi nell'ottenimento della necessaria documentazione dai Paesi terzi, il questore puo' chiedere al giudice di pace la proroga del trattenimento per un periodo ulteriore di sessanta giorni. Qualora persistano le condizioni di cui al periodo precedente, il questore puo' chiedere al giudice una
ulteriore proroga di sessanta giorni. Il periodo massimo complessivo di trattenimento non puo' essere superiore a centottanta giorni. Il questore, in ogni caso, puo' eseguire l'espulsione ed il respingimento anche prima della scadenza del termine prorogato, dandone comunicazione senza ritardo al giudice di pace.».

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea anche se gia' trattenuti nei centri di identificazione e espulsione alla data di entrata in vigore del presente decreto”.

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